Ci sono eventi sportivi che entrano nella storia per la loro grandezza, per l’epica delle gesta in campo, per il calore di spalti ribollenti di passione. E poi c’è il Mondiale per Club, che sembra destinato a passare alla storia come il più grande flop calcistico dei tempi moderni. La FIFA, con l’entusiasmo di un bambino che ha appena scoperto i fuochi d’artificio, aveva annunciato questo torneo come la nuova frontiera del calcio globale, un “Super Bowl del pallone”. Risultato? Stadi semivuoti, biglietti regalati a chiunque compri un tostapane e un imbarazzo generale che si potrebbe tagliare con un coltello da burro.
Partiamo dai numeri, che sono freddi come il pubblico americano davanti a questo torneo. Il Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, un colosso da 73.000 posti, ha ospitato la sfida tra Borussia Dortmund e Monterrey con la bellezza di 31.442 spettatori. Tradotto: meno della metà della capienza, con interi settori che sembravano pronti per un picnic solitario piuttosto che per una partita di calcio. E non è un caso isolato. Chelsea-Los Angeles FC, sempre ad Atlanta, ha visto 22.000 anime coraggiose in un impianto da 71.000 posti, mentre Benfica-Auckland City a Orlando ha attirato la folla record di 6.730 eroici spettatori, probabilmente studenti universitari allettati da biglietti a 4 dollari o turisti che hanno ricevuto un ticket omaggio insieme al biglietto del city tour.
La FIFA, che non è nuova a operazioni di facciata, ha provato a correre ai ripari con una strategia degna di un mercatino dell’usato: svendere tutto. I biglietti, partiti a prezzi stellari (350 dollari per vedere Messi contro l’Al-Ahly, perché in America il calcio si paga come un concerto di Springsteen), sono crollati a cifre ridicole, tipo 20 dollari per cinque partite. E quando nemmeno questo ha funzionato, hanno iniziato a regalare tagliandi a destra e a manca: ai turisti, agli studenti, persino a chi comprava un elettrodomestico. “Compra un phon, ti regaliamo una partita!” sembra lo slogan di un negozio di elettronica in liquidazione, non di un evento che dovrebbe rappresentare l’apice del calcio mondiale.
Ma il vero capolavoro è l’operazione di cosmesi televisiva. Per evitare che le telecamere inquadrassero tribune desolate, la FIFA ha avuto un’idea geniale: spostare gli spettatori nei settori visibili, creando l’illusione di un pubblico entusiasta. Peccato che il trucco sia stato smascherato dal Daily Mail, che ha riportato come alcuni spettatori siano stati “riposizionati” per far sembrare gli stadi meno tristi. Immaginate la scena: un gruppo di turisti spaesati, con in mano un hot dog e un biglietto omaggio, costretti a fare i figuranti per non rovinare lo show. Roba che nemmeno un reality show di quart’ordine oserebbe tanto.
Perché questo disastro? La risposta è un mix di arroganza organizzativa e miopia culturale. La FIFA ha scelto stadi giganteschi, pensati per il football americano, dimenticando che il calcio negli USA non è esattamente una religione. Gli orari delle partite, spesso in pieno giorno lavorativo, sembrano fatti apposta per tenere lontano chiunque abbia un lavoro. E poi c’è il prezzo della vita: in un paese dove un caffè costa quanto un pranzo al ristorante in Italia, chi si sobbarca un viaggio per vedere Ulsan-Mamelodi Sundowns?
Eppure, la FIFA non demorde. Mentre gli stadi si svuotano, Infantino sogna già l’edizione 2029, con Arabia Saudita, Spagna, Marocco e Brasile che fanno la fila per ospitare il prossimo flop. Intanto, il Mondiale per Club continua a essere un’ode all’indifferenza, con spalti che sembrano set di un film post-apocalittico e un entusiasmo che neanche i tifosi del Boca Juniors, rumorosi ma insufficienti, riescono a salvare.
In tutto questo, c’è un lato positivo: il torneo sta generando click su YouTube, anche se grazie a video fake con highlights di partite mai giocate. Ma per il resto, caro Mondiale per Club, il verdetto è chiaro: sei il flop dell’anno. E nemmeno un tostapane in omaggio può salvarti.
