L’Inter, il faro del calcio mondiale, il club che con un cenno della mano trasforma i sogni in scudetti, ha deciso di illuminare l’ Atalanta con un’offerta per Ademola Lookman che farebbe arrossire un rigattiere: 42 milioni più 3 di bonus! Quarantadue milioni, più un obolo che sembra il resto di un caffè pagato con la carta, per un giocatore che da solo ha distrutto la corazzata tedesca del Leverkusen e ha regalato agli orobici un ppsto nella storia. Ma vi rendete conto? A Milano pensavano di aver tirato fuori il colpo del secolo, di aver ammutolito Zingonia con un’offerta che urla “prendete e portate a casa, che siamo buoni”. E invece, sorpresa! Quelli dell’Atalanta, con la loro sfacciata pretesa di essere trattati da club serio, hanno avuto l’ardire di rispondere: “Grazie, Inter, ma con quei soldi ci compriamo giusto un nuovo tosaerba per il Gewiss Stadium. Tornate quando avete smesso di scherzare”.
E come biasimarli, poveretti? Lookman, il loro Messia con gli scarpini, l’uomo che ha portato l’Europa League in una città che vive di lavoro e sudore, non è mica un saldo di fine stagione! Vale molto di più di quell’offertaccia da mercatino delle pulci. L’Inter, con la sua spocchia da “siamo noi i campioni, abbassate la cresta”, pensava di ipnotizzare i Percassi con un bonifico da ridere, ma ha dimenticato un dettaglio: l’Atalanta non è la Juventus che svende Hujsen per pochi spicci, per poi vederlo finire l’anno successivo al Real Madrid, per una cifra che basterebbe a finanziare un film di Hollywood. L’Atalanta è la società che ha appena ceduto per settanta milioni Retegui, uno che segna, sì, ma non fa certo tremare i polsi come Lookman! E ora i nerazzurri si presentano con 42 più spicci, convinti che a Bergamo basti il loro logo per far cadere tutti in ginocchio? Ma per favore, è come offrire un monopattino elettrico per una Lamborghini!
E qui sta il capolavoro: l’Atalanta, con la sua proprietà più solida di una cassaforte svizzera e più furba di un agente di Wall Street, si permette di guardare l’Inter dall’alto in basso. “Volete il nostro gioiello? Bene, tirate fuori i soldi veri, non le promesse di Marotta scritte su un tovagliolo”. Perché a Zingonia non hanno bisogno di svendere per pagare le bollette, non sono mica in fila per un prestito dalla banca come certi club milanesi. Loro il patrimonio sportivo lo proteggono, lo coccolano, lo fanno crescere, mentre l’Inter si illude di poter fare shopping con il budget di una gita scolastica. E così, mentre a San Siro si staranno chiedendo se aggiungere un paio di milioni o una foto autografata di Chivu per addolcire la pillola, a Bergamo si fanno una risata e brindano alla loro dignità: “Lookman resta qui, e voi tornate a scuola di mercato. Noi non svendiamo, noi vinciamo”.
Che schiaffo!
