In un’estate in cui il calciomercato sembra un gioco di prestigio con più bluff che conigli tirati fuori dal cilindro, Ademola Lookman è la carta che l’Inter vuole giocarsi per vincere la partita. Il nigeriano, con quel suo dribbling che fa sembrare i difensori pedoni in autostrada, ha deciso che il suo futuro dev’essere nerazzurro. Ma c’è un piccolo dettaglio: l’Atalanta, con la famiglia Percassi che sembra aver fatto un master in ostinazione, non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare senza un assegno che profumi di jackpot. La trattativa è un duello di nervi, con Beppe Marotta che sfoggia il suo miglior sorriso da pokerista e Luca Percassi che risponde con la calma di chi sa che il tempo gioca a suo favore. Come andrà a finire questo balletto di milioni?
Lookman, il fenomeno che ha stregato Dublino
Ademola Lookman non è solo un giocatore: è un tornado con gli scarpini. Negli ultimi due anni, ha trasformato l’Atalanta in una squadra da copertina. Nel 2023-24, ha scritto un capitolo di storia bergamasca con una tripletta nella finale di Europa League contro il Bayer Leverkusen, un 3-0 che ha mandato in estasi Zingonia e fatto guadagnare al nigeriano un posto tra i finalisti per il Pallone d’Oro africano. Numeri? 17 gol e 10 assist in tutte le competizioni, roba da far girare la testa. Nella stagione 2024-25, nonostante un infortunio al polpaccio che lo ha rallentato, ha chiuso con 15 gol e 8 assist in Serie A, confermandosi come un esterno d’attacco che unisce velocità, tecnica e un fiuto per il gol che farebbe invidia a un cecchino. Insomma, non proprio il tipo di giocatore che lasci andare via con un sorriso e una pacca sulla spalla.
Un amore a senso unico (con ostacoli)
L’Inter, con Cristian Chivu che sogna un tridente con Lautaro Martinez e Marcus Thuram da far tremare l’Europa, ha messo gli occhi su Lookman e non intende mollarlo. Il giocatore, dal canto suo, ha già detto “sì” ai nerazzurri, con un accordo di massima per un quinquennale da 4,5 milioni netti a stagione, che con i bonus potrebbe sfiorare i 5, grazie al sempreverde Decreto Crescita. Ha persino snobbato il Napoli, che gli offriva 5 milioni netti, e chiuso la porta in faccia all’Atletico Madrid, dimostrando una fedeltà al progetto interista che farebbe commuovere anche il più cinico dei procuratori. Ma c’è un problema: l’Atalanta, che non è esattamente nota per fare sconti, ha piantato un cartello con scritto “50 milioni” e non sembra intenzionata a toglierlo.
Il duello in Lega: Marotta contro Percassi
Oggi le due squadre si sono incontrate in Lega Calcio, in un faccia a faccia che aveva più tensione di una finale di Champions. L’Inter, con Marotta e Ausilio in modalità “facciamo i seri ma non troppo”, ha rilanciato l’offerta: 43 milioni di base più 2 di bonus, per un totale di 45 milioni. Un passo avanti rispetto ai 40 milioni iniziali, che l’Atalanta aveva liquidato con la grazia di un buttafuori all’ingresso di un locale esclusivo. Ma la Dea, con Luca Percassi e Tony D’Amico che giocano la parte dei negozianti inflessibili, non si è mossa di un millimetro: 50 milioni, meglio se cash, e niente formule creative tipo prestiti con obbligo di riscatto. L’Atalanta, che ha già vissuto guerre di nervi con Lookman l’anno scorso (quando il nigeriano provò a forzare la mano per il PSG) e con Koopmeiners, sa come gestire queste situazioni. E no, non trema davanti alla determinazione del giocatore, che al momento si limita a presentarsi a Zingonia per le terapie al polpaccio, con l’aria di chi sta contando i giorni per il trasloco a Milano.
L’Inter, per finanziare l’operazione, ha fatto cassa con le cessioni di Tajon Buchanan (al Villarreal per circa 10 milioni) e Filip Stankovic (al Bruges per 8 milioni), accumulando un tesoretto di quasi 20 milioni che profuma di speranza. Marotta, che in fatto di mercato potrebbe dare lezioni a Machiavelli, sa che la volontà di Lookman è un’arma potente: il nigeriano ha detto no a offerte più ricche e insiste per l’Inter, mettendo pressione all’Atalanta senza ricorrere (per ora) a sceneggiate alla “non mi alleno più”. Ma i Percassi, che non sono nati ieri, tengono il punto, forti di un bilancio sano e della consapevolezza che, se l’Inter non arriva ai 50 milioni, c’è sempre l’Atletico Madrid sullo sfondo, pronto a inserirsi con un’offerta last-minute.
L’Inter, che vuole Lookman per completare un attacco da scudetto, si trova a fare i conti con un’Atalanta che sembra divertirsi a giocare al rialzo, come un venditore di tappeti al bazar che sa di avere l’unico pezzo che tutti vogliono. Marotta, con quel suo aplomb da signore che nasconde un calcolatore implacabile, sta studiando il prossimo rilancio, magari aggiungendo bonus “facili” per avvicinarsi alla cifra magica. L’Atalanta, però, non è tipo da cedere al primo sorriso: se l’Inter vuole il re di Dublino, dovrà aprire il portafoglio e dimenticare i sogni di uno sconto.
Verso il gran finale?
La trattativa, al momento, è un gioco di attesa. L’Inter conta sulla pressione di Lookman, che non vuole ripetere l’esperienza dell’anno scorso, quando il PSG lo corteggiava e l’Atalanta lo tenne in ostaggio. I nerazzurri sono pronti a un ultimo sforzo, magari arrivando a 45 milioni più bonus, ma senza superare il limite che la proprietà Oaktree ha fissato per non trasformare l’operazione in un bagno di sangue finanziario. L’Atalanta, dal canto suo, potrebbe aprire a pagamenti dilazionati, come fatto con Koopmeiners, ma non a sconti significativi. La sensazione è che la volontà del giocatore sarà decisiva, ma solo se l’Inter si avvicinerà abbastanza alla richiesta bergamasca.
Intanto, i tifosi interisti sognano un tridente “ThuLaLo” che farebbe invidia al Barcellona dei tempi d’oro, mentre quelli dell’Atalanta si chiedono se davvero valga la pena cedere il loro eroe per una cifra che, per quanto alta, non ripagherà mai quella tripletta di Dublino. Il mercato, come sempre, è un gioco crudele: promesse, rilanci, rifiuti e un nigeriano che aspetta solo di sapere se il suo futuro sarà a San Siro o ancora a Zingonia. La prossima mossa è di Marotta, ma Percassi ha già la risposta pronta. E il cronometro, come al solito, non fa sconti a nessuno.
