Eman Kospo è l’ultimo colpo della Fiorentina. Il colosso svizzero-bosniaco che sembra uscito da un casting per “Vikings”, difensore centrale di 18 anni, alto 191 centimetri, è il giovanissimo che la dirigenza viola ha pescato dal Barcellona per 400mila euro, con un 15% di futura rivendita che i catalani si sono assicurati più velocemente di un rigore concesso alla Juventus. È lui il nuovo messia della retroguardia viola, o solo l’ennesimo prospetto che finirà a scaldare la panchina di qualche squadra di Serie B?
La carriera: da Suhr alla Masia, con scalo a Firenze
Nato il 17 maggio 2007 a Suhr, Svizzera, quando il mondo calcistico ancora si leccava le ferite per il colpo di testa di Zidane (non quello di Materazzi, l’altro), Kospo inizia a dare calci a un pallone nei campetti di Granichen, poi passa all’Aarau e al Grasshopper, dove la sua stazza da totem umano non passa inosservata. Nel 2023, il Barcellona, che ha un fiuto per i talenti giovani pari solo a quello di un tartufaio piemontese, lo arruola per la sua Masia. Lì, Kospo si fa le ossa nel Juvenil A, vince un “Triplete” giovanile (campionato, Coppa del Re e UEFA Youth League) e si guadagna la fascia di capitano delle nazionali svizzere Under. Non proprio il curriculum di uno che passa il tempo a fare selfie con il filtro da cagnolino su Instagram.
Ma il destino, come un arbitro che consulta il VAR, cambia le carte in tavola. Il Barcellona B retrocede in quarta divisione, un posto dove anche i sogni più belli vanno a svernare. Kospo, che non è tipo da accontentarsi di giocare contro squadre di pescatori galiziani, coglie l’occasione: la Fiorentina bussa, e lui risponde con un “perché no?” che sa tanto di “portatemi via da questo oblio”. Così il ragazzo firma un contratto fino al 2030 con i viola, per una cifra che farebbe ridere anche il cassiere di un discount. Ma attenzione: la Fiorentina non compra a scatola chiusa. Qui si scommette su un progetto, e Kospo sembra il prototipo perfetto per il laboratorio di Stefano Pioli.
Caratteristiche tecniche: un armadio svizzero con il pallone tra i piedi
Kospo è un difensore centrale che unisce la fisicità di un pilone da rugby alla tecnica di chi è cresciuto nella scuola del Barcellona. Con i suoi 191 cm, domina i duelli aerei come un drone militare, ma non è il classico stopper che spazza il pallone come se fosse una granata. No, Kospo sa giocare. Grazie alla Masia, ha imparato a impostare il gioco con la calma di un monaco tibetano, a uscire palla al piede senza sudare freddo e a non farsi prendere dal panico quando l’attaccante avversario gli soffia sul collo. Destro naturale, usa il mancino con una disinvoltura che farebbe invidia a molti mediani di Serie A.
Gli osservatori lo descrivono come “maturo e sereno per la sua età”, capace di leggere il gioco come un veterano e di intervenire con il tempismo di un orologio svizzero (ovvio, no?). Cesare Natali, ex difensore viola, lo ha elogiato per la sua “fisicità abbinata a una tecnica non banale”, mentre qualcuno, con un entusiasmo degno di un ultras dopo tre birre, lo ha paragonato a Materazzi. Non proprio Van Dijk, ma nemmeno Vanden Borre, per intenderci. Il suo punto debole? Forse la velocità: con quelle leve lunghe, inseguire un brevilineo come Leao potrebbe essere come chiedere a un TIR di fare lo slalom. Ma con il giusto lavoro, anche questo si può limare.
Primavera o prima squadra? Il dilemma viola
Per ora, Pioli, che ha un debole per i giovani più spiccato di un talent scout di “Amici di Maria De Filippi”, lo ha già aggregato alla prima squadra durante il ritiro estivo e le amichevoli in Inghilterra contro Leicester, Nottingham e Manchester United. Non proprio partitelle da oratorio. In una di queste, Kospo ha giocato sul centrosinistra pur essendo destro, mostrando una personalità che farebbe arrossire molti titolari di Serie A.
Con Moreno al Levante e Valentini tornato al Verona, la difesa viola è più corta di un episodio di “Black Mirror”. Pioli, che ama avere due giocatori per ruolo come un collezionista di figurine Panini, potrebbe trovarsi a corto di centrali. Davanti a Kospo ci sono Viti, Ranieri e Comuzzo, ma il ragazzo ha la faccia tosta di chi non si accontenta di fare la comparsa. Se continua a brillare, non sorprenderebbe vederlo convocato per qualche partita di Serie A o per la Conference League.
Prospettive future: stella, meteora o plusvalenza?
E ora, la domanda da un milione di euro (o meglio, da 400mila): Kospo sarà il prossimo Baresi o l’ennesimo nome da quiz di “Chi l’ha visto?” calcistico? La Fiorentina ha una tradizione di scommesse azzeccate (Vlahovic, Chiesa) e altre che fanno ancora rabbrividire i tifosi (Diks, chiunque?). Kospo, però, sembra avere le carte in regola: fisicità da vendere, tecnica sopra la media, personalità da leader e un passaporto svizzero-bosniaco che lo rende più internazionale di un duty-free. La Bosnia, tra l’altro, lo corteggia per la nazionale maggiore, pronta a contenderselo con la Svizzera in un duello che sembra più una trattativa per un trasferimento di mercato.
Il rischio, come sempre, sono le aspettative. Firenze è una piazza che ti mette su un piedistallo e poi ti tira giù con la stessa velocità di un tweet dopo un rigore dubbio. Kospo dovrà dimostrare di reggere la pressione, ma il progetto viola, con Pioli al timone, sembra il terreno fertile per far crescere un talento come il suo. Se tutto va bene, tra un paio d’anni potremmo vederlo marcare Haaland senza battere ciglio. Se va male, beh, c’è sempre la Serie B o un prestito al Lugano. Ma non siamo così pessimisti: il ragazzo ha l’aria di chi sa cosa vuole, e Firenze potrebbe essere solo l’inizio.
Il futuro è viola, ma Kospo deve pedalare
Eman Kospo è un diamante grezzo, un mix di potenza, tecnica e sfrontatezza che fa sognare i tifosi viola e tremare gli attaccanti avversari. La Fiorentina ha fatto un colpo da maestri, ma ora tocca al ragazzo dimostrare che quei 400mila euro non sono stati spesi per un poster da appendere al Viola Park. Con Pioli come guida e una piazza che vive di passione e coltellate verbali, Kospo ha tutto per diventare una colonna della difesa viola. Ma attenzione, Eman: Firenze ti ama, ma ti guarda con il sopracciglio alzato. Non farci pentire di aver scommesso su di te, perché qui i sogni si costruiscono, ma le delusioni si pagano care.
