La Fiorentina, eterna promessa del calcio italiano, è di nuovo al centro di una saga di mercato che farebbe invidia a un film di Fellini, ma con meno poesia e più fax. I protagonisti? Moise Kean e Dodò, due talenti che, secondo le ultime indiscrezioni, stanno facendo i difficili sul rinnovo di contratto, come se Firenze fosse una pizzeria di periferia e non una piazza che ha fatto sospirare generazioni di tifosi. Perché due giovani stelle, coccolate e rilanciate dal progetto viola, sembrano pronti a snobbare l’offerta di Commisso?
Moise Kean: il bomber che sogna la Premier, non la Conference League
Moise Kean è il primo a tenere la Fiorentina con il fiato sospeso. La sua stagione è stata un’esplosione: 19 gol in 32 partite di Serie A, secondo solo a Mateo Retegui nella corsa al titolo di capocannoniere, e una rinascita che ha fatto dimenticare le sue disavventure juventine e inglesi. A Firenze, Kean ha trovato tutto: un allenatore come Raffaele Palladino che lo ha trasformato in un’arma letale, una squadra che lo serve come un maggiordomo d’altri tempi e una tifoseria che lo venera più di un influencer da milioni di follower. Eppure, adesso che la dirigenza viola ha sventolato un contratto da 4,5 milioni netti l’anno fino al 2030 – un bel salto dai 2,2 milioni attuali – Moise, sta rispondendo con un’alzata di spalle degna di un divo che rifiuta un sequel poco convincente.
Perché questo atteggiamento da star? Semplice: Kean, a 25 anni, ha un ego che potrebbe oscurare la cupola del Brunelleschi e ambizioni che fanno sembrare la Conference League una competizione da oratorio. Dopo aver snobbato offerte saudite che avrebbero potuto comprargli un’isola privata, il ragazzo ha attirato l’attenzione di club come Manchester United, Arsenal e persino il Napoli, che sembravano più interessati a lui di quanto lo sia un adolescente al suo primo smartphone. La clausola rescissoria da 52 milioni, scaduta il 15 luglio come un coupon di Groupon, è ormai un ricordo, ma Kean sa che un’altra stagione da protagonista potrebbe trasformarlo in un pezzo da 80 milioni. Perché legarsi a vita a una squadra che, pur con un progetto solido, ha il vizio di cedere i suoi gioielli appena il prezzo è giusto? Kean, con la scaltrezza di un agente immobiliare in cerca della commissione perfetta, potrebbe voler tenere aperte tutte le porte, sognando un futuro in Premier League o in una big che non lo faccia giocare in stadi semivuoti il giovedì sera.
Dodò: il terzino che corre più veloce delle promesse viola
Passiamo a Dodò, il brasiliano che sembra progettato in un laboratorio della NASA per lasciare gli avversari a bocca aperta e i fantallenatori a mani vuote. Arrivato a Firenze come un acquisto da mercatino, si è trasformato in un terzino di livello europeo: velocità da Formula 1, cross che sembrano dipinti da Caravaggio e un’appendicite che lo ha fermato per un attimo, ma non abbastanza da spegnere il suo appeal. La Fiorentina, con la lungimiranza di chi sa che un terzino di qualità vale più di un lingotto d’oro, ha offerto un rinnovo da 3 milioni netti l’anno fino al 2030, ma Dodò, con la calma di chi sa di avere il coltello dalla parte del manico, non sembra correre a firmare.
Il motivo? Dodò è consapevole che il suo stile di gioco è merce rara in un calcio dove i terzini sono più preziosi di un parcheggio libero in centro. Dopo aver assaggiato il calcio europeo con lo Shakhtar, potrebbe sognare un club che non debba pregare San Vincenzo per un posto in Champions. La Fiorentina, nonostante il progetto di Pioli e l’entusiasmo di Commisso, è ancora una squadra che punta all’Europa League, con la Champions come sogno proibito. E poi c’è la questione fisica: l’appendicite lo ha rallentato, e ora tutti si chiedono se tornerà il razzo di prima o se sarà un motorino con la batteria scarica. Dodò, che non è nato ieri, potrebbe voler aspettare, valutare offerte da club di Premier o Bundesliga e capire se Firenze è davvero il suo destino o solo una stazione di passaggio.
La Fiorentina: un progetto ambizioso, ma con un retrogusto di precarietà
E qui sta il cuore della questione. La Fiorentina di Rocco Commisso è come un ristorante stellato che serve piatti gourmet ma dimentica il dessert. Il progetto viola è solido: una dirigenza che sa fare mercato, un allenatore come Pioli che sta cercando di dare un’identità alla squadra e una rosa che, con innesti come Džeko e Fazzini, sembra pronta a competere. Eppure, manca quel salto di qualità che trasformi Firenze da “bella esperienza” a “casa definitiva”. Kean e Dodò, come due clienti esigenti, sembrano annusare questa precarietà. La dirigenza ha fatto i compiti, offrendo contratti generosi e cercando di eliminare clausole pericolose, ma il calcio moderno è un tritacarne che non perdona. I giocatori, soprattutto quelli giovani e affamati, vogliono trofei, riflettori e stipendi che facciano girare la testa.
Commisso, con il suo accento italo-americano e la passione di un tifoso da curva, sta cercando di costruire una squadra che possa competere con le big, ma il passato insegna: da Chiesa a Vlahović, i talenti viola spesso finiscono per spiccare il volo altrove. Kean e Dodò, con i loro agenti che probabilmente hanno già un piede a Londra o Monaco, potrebbero vedere Firenze come un trampolino, non come una meta. La Fiorentina, dal canto suo, deve convincerli che restare è meglio che partire, magari puntando su un posto in Europa e sulla promessa di un progetto a lungo termine. Ma in un mondo dove i contratti si firmano con la stessa velocità con cui si cambiano le password di Netflix, la missione non è semplice.
Una partita a scacchi con finale aperto
La vicenda di Kean e Dodò è l’ennesima dimostrazione che il calcio è un gioco crudele, dove l’amore dei tifosi e le promesse dei presidenti spesso si scontrano con l’ambizione dei giocatori. Moise, con i suoi gol e il suo carisma, potrebbe voler conquistare un palcoscenico più grande. Dodò, con le sue corse e il suo talento, potrebbe sognare un club dove non debba preoccuparsi di infortuni o cessioni last-minute. La Fiorentina, intrappolata tra sogni di gloria e la realtà del mercato, deve giocare una partita a scacchi con due avversari scaltri.
Le ultime indiscrezioni parlano di trattative avanzate: per Kean, un incontro con il suo agente è previsto a breve per sigillare il rinnovo, mentre per Dodò si lavora a un rilancio economico. Ma nel calcio, come in una commedia di Goldoni, nulla è certo fino all’ultima firma. I tifosi viola, abituati a sperare e soffrire, aspettano con il cuore in gola. Kean e Dodò resteranno? O saluteranno Firenze con un sorrisetto, pronti a inseguire i loro sogni altrove? Solo il tempo, e magari un paio di riunioni con i loro agenti, ce lo dirà. Nel frattempo, godiamoci lo spettacolo: è il calcio, bellezza, e Firenze lo sa meglio di chiunque altro.
