Napoli! La città che non si accontenta di vincere, ma vuole stravincere, umiliare e poi magari offrire un caffè agli avversari distrutti, giusto per sfoggiare un po’ di quella proverbiale generosità partenopea. Campioni d’Italia, con lo scudetto ancora caldo sul petto, il Napoli di Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis si è messo a fare shopping come se il mercato fosse un Black Friday infinito. E mentre a Dimaro, tra i monti della Val di Sole, i tifosi cantano e sognano un bis che sa di leggenda, il resto della Serie A guarda con un misto di terrore e invidia. Perché questo Napoli non sta costruendo una squadra: sta mettendo in piedi un’armata pronta a marciare su Roma, Milano e, perché no, anche su qualche capitale europea.
Dimaro: il regno di Conte, dove si suda e si sogna (in grande)
Siamo a Dimaro, dove l’aria è fresca, l’entusiasmo è rovente e Antonio Conte sembra il direttore di un’orchestra che suona Wagner a tutto volume. Il ritiro precampionato è una via di mezzo tra un campo militare e un set cinematografico, con Conte che dirige i suoi ragazzi come un generale che ha appena scoperto il gusto per la teatralità. “Amma faticá, ma cchiù assaje!”, urla il tecnico salentino, mentre Politano e Spinazzola si guardano con occhi che implorano pietà e un giorno di ferie.
La SKI.IT Arena di Carciato è diventata il Colosseo di questo Napoli, con una tribuna nuova di zecca che sembra dire: “Voi venite pure, ma portate la voce, perché qui si fa sul serio”. I tifosi, accorsi come se fosse la finale di Champions, sventolano bandiere, cantano “Un giorno all’improvviso” e guardano De Laurentiis come se fosse un incrocio tra un imperatore romano e un produttore di Hollywood. Il presidente, con quel sorrisetto che sa di chi ha già vinto tre mani a poker, ha twittato: “Avanti tutta, più forti di prima!”. Traduzione: “Preparate i fazzoletti, perché questo Napoli vi farà piangere”. E se pensate che dopo uno scudetto ci si possa rilassare, beh, avete sbagliato città, presidente e allenatore.
Il mercato: un’asta di stelle diretta da un De Laurentiis in versione sceicco
Parliamo del mercato, perché qui il Napoli non sta comprando giocatori: sta collezionando divinità calcistiche come se fossero figurine Panini, ma di quelle rare che trovi solo se vendi un rene. Il colpo che ha fatto tremare il web (e probabilmente anche qualche analista di Manchester) è stato Kevin De Bruyne. Sì, proprio lui, il belga con la visione di gioco che sembra aver rubato un superpotere a Doctor Strange. Svincolato dal City, è atterrato a Napoli a parametro zero, come se fosse la cosa più normale del mondo. “Ha ancora fame”, ha detto Conte, con quel tono che sottintende “e voi pensavate che fosse pronto per il pensionamento?”. De Bruyne, con i suoi passaggi che sembrano dipinti da Caravaggio, è il faro di un centrocampo che già fa venire i brividi alle difese avversarie. E come ci è finito a Napoli? Semplice: De Laurentiis, con il suo charme da venditore di sogni e un contratto che probabilmente include una villa con vista Vesuvio, ha convinto il belga che il San Paolo (pardon, Maradona) è il posto giusto per chiudere in bellezza.
Ma non è mica finita. Sam Beukema, il difensore olandese strappato al Bologna, è arrivato a Napoli accolto da una folla che sembrava pronta a nominarlo ambasciatore della pizza. Lorenzo Lucca, il colosso dell’Udinese, è il nuovo ariete che sogna di spaccare le difese come un vichingo in modalità berserk. E poi c’è Noa Lang, l’olandese che già si è fatto amare cantando (stonatissimo, dicono) in napoletano. C’è chi ha già ipotizzato due formazioni titolari da far invidia a un videogioco, perché Conte non vuole una squadra: ne vuole un’intera galassia. E mentre i rumors parlano di trattative per Darwin Nunez, Juanlu Sanchez e per Milinkovic-Savic, il Napoli sembra dire al mondo: “Non ci basta vincere, vogliamo farvi venire un complesso d’inferiorità”.
Osimhen e le soap opera: il mercato delle lacrime
Ovviamente, non è tutto un tripudio di cori e sorrisi. Il mercato del Napoli ha anche i suoi momenti da telenovela, e il caso Victor Osimhen è il tormentone estivo che neanche “Beautiful” potrebbe eguagliare. Il nigeriano, ancora sotto contratto, è al centro di un balletto con il Galatasaray che sembra scritto da uno sceneggiatore sadico: un giorno è fatta, il giorno dopo no, il terzo giorno “forse”. De Laurentiis, “turbato”, ha fatto capire che non svenderà il suo bomber. E mentre i tifosi trattengono il fiato, il presidente si diverte a giocare a scacchi con il resto del mondo, con Osimhen come regina da non sacrificare.
E poi c’è il capitolo Kvaratskhelia, che a gennaio è volato al PSG per 80 milioni di euro. Una cessione che ha fatto storcere il naso a Conte, che in privato pare abbia detto: “Mi hanno tolto l’ala più forte della Serie A, ma tranquilli, ne trovo altre due”. E infatti, eccolo lì, a costruire un Napoli che non si piange addosso ma risponde con acquisti come Luca Marianucci, il gioiellino dell’Empoli che sembra già pronto a prendersi il posto di capitan Di Lorenzo (che, sia chiaro, non si tocca). Perché, come dice Conte, “qui non si costruiscono castelli di carte, ma fortezze di cemento armato”. E il cemento, a quanto pare, è di marca napoletana.
Conte, il Re Mida che trasforma il sudore in oro
Antonio Conte è il vero mattatore. Dopo aver preso un Napoli in rovina e averlo portato allo scudetto in un anno, il tecnico salentino sembra pronto a riscrivere l’Iliade, ma con meno Achille e più pallone. “Amma faticá, ma cchiù assaje”, ripete come un mantra, mentre i giocatori lo guardano con un misto di venerazione e terrore. La sua permanenza, annunciata da De Laurentiis con un tweet, è stato il primo colpo dell’estate. Altro che voci di Juventus o Milan: Conte ha scelto Napoli, la città che lo tratta come un semidio e che lui vive con cappello, occhiali scuri e l’aria di chi sa che sta per vincere ancora. E mentre la Juventus si affida a un Tudor sempre più traballante e il Milan si aggrappa al solito Allegri, il Napoli si gode il suo condottiero, che sembra uscito da un film di Scorsese.
Obiettivi: lo scudetto bis e un’Europa da far tremare
Il Napoli non ha mezze misure: vuole il bis in Serie A e una Champions League che non sia solo un’uscita di scena con standing ovation. Conte lo ha detto senza giri di parole: “In Europa non si improvvisa, ma noi stiamo costruendo un’autostrada per arrivarci”. Con De Bruyne a illuminare, Lucca a sfondare e una difesa che sembra un bunker, il sogno non è poi così lontano. L’Inter, spodestata dal trono, mastica amaro. La Juventus, con le sue crisi di identità, guarda con invidia. E le altre? Beh, per ora si limitano a twittare “complimenti” mentre prendono appunti.
A Dimaro, tra un allenamento che sembra un corso di sopravvivenza e una presentazione di maglie con lo scudetto già luccicante, il Napoli sta mandando un messaggio chiaro: non siamo qui per partecipare, siamo qui per asfaltare. E se De Laurentiis continua a spendere come un sultano e Conte a urlare “amma faticá”, l’Europa farebbe meglio a prenotare un posto in prima fila. Perché questo Napoli non è una squadra: è un tornado con la maglia azzurra, e chi non si scansa rischia di essere travolto.
