Il calcio italiano, con quel suo talento innato per trasformare anche una semifinale di Coppa Italia in un evento che ti tiene sveglio più di un triplo espresso, si lancia nelle sfide di andata con Empoli-Bologna e Milan-Inter, due serate che promettono di essere un concentrato di sudore, urla e quel pizzico di imprevedibilità che ci fa ancora credere nei miracoli. Stasera e domani, il pallone non chiede permesso: si prende il centro della scena e ci sfida a stare al passo.
Al Castellani, l’Empoli di Roberto D’aversa, si prepara a ricevere il Bologna di Vincenzo Italiano in una partita che ha il fascino discreto di un aperitivo sottotono ma con il potenziale per sorprenderti. D’Aversa, con quel suo fare da sergente che sembra sempre sul punto di multarti per un passaggio sbagliato, guida una squadra che vive di organizzazione e sprazzi di genio. Sebastiano Esposito è il gioiellino da tenere d’occhio: 22 anni, un destro che sa pungere e una fame che lo rende pericoloso ogni volta che fiuta la porta (2 gol in Coppa finora). In mezzo, Liam Henderson è il regista silenzioso, uno scozzese che piazza palloni con la precisione di chi spedisce cartoline dall’Italia ai parenti lontani, mentre Ardian Ismajli sarà assente per infortunio e in difesa la sua mancanza si farà sicuramente sentire.
Il Bologna risponde con la sicurezza di chi ha prenotato il tavolo migliore senza alzare troppo la voce. Vincenzo Italiano, con la grinta di chi non accetta un “no” neanche dal destino, ha plasmato una squadra che sa aspettare e colpire. Riccardo Orsolini è l’uomo delle occasioni: 12 gol stagionali, un’ala che dribbla con la sfacciataggine di chi sa di poterselo permettere e tira con la precisione di un cecchino. Santiago Castro, però, è un punto interrogativo: l’argentino, 23 anni e 2 gol in Coppa, potrebbe restare a guardare per un infortunio che lo tormenta, lasciando spazio a Thijs Dallinga, olandese di 24 anni che scalpita per prendersi la scena con i suoi 190 centimetri di potenza. Lewis Ferguson, capitano scozzese, è il motore che non si spegne mai – corre, lotta, crea – mentre Lukasz Skorupski in porta è il veterano che para con la serenità di chi ha visto di tutto (zero gol subiti nelle ultime due di Coppa). Questo Bologna è una macchina che non fa rumore ma lascia i segni: 2 gol incassati in 5 match di Coppa sono un biglietto da visita che parla da solo.
Domani, San Siro si veste a festa per Milan-Inter, un derby che non è mai solo una partita ma una questione di principio, un faccia a faccia che sa di caffè bollente e discussioni infinite. L’Inter di Simone Inzaghi arriva con l’aria di chi sa di essere temuta, ma con una crepa da coprire: Lautaro Martínez, il toro argentino, è quasi certamente fuori per infortunio, e la sua assenza è un buco che si sente. Inzaghi, con quel suo modo di comandare che sembra un mix tra un generale e un fratello maggiore, si affida a Hakan Çalhanoğlu: il turco, 31 anni, è il maestro dei calci piazzati (3 assist stagionali) e il cervello che fa girare tutto, con un piede destro che dipinge traiettorie da standing ovation. Marko Arnautović, 35 anni e 2 gol in Coppa, sarà chiamato a fare il lavoro sporco là davanti, mentre Nicolò Barella corre e inventa con l’energia di chi non sa cosa sia la stanchezza. Yann Sommer in porta è il solito svizzero impeccabile: zero gol subiti nelle ultime due di Coppa, un muro che non fa sconti.
Il Milan di Sérgio Conceição è un fuoco che arde di talento e incoscienza. Il tecnico portoghese, con quel suo piglio da condottiero che non accetta mezze misure, guida una squadra che vive di fiammate. Rafael Leão è la stella polare: un’ala che dribbla con la leggerezza di chi potrebbe farlo anche bendato e si muove con la cattiveria di chi prova ad essere il migliore. Tammy Abraham è il centravanti che si fa trovare sempre pronto: 4 gol stagionali, un fisico da torre e un istinto che lo rende letale sotto porta. Tijjani Reijnders, olandese di 26 anni, è il cuore del centrocampo: corre, crea, recupera, con una costanza che lo rende indispensabile (1 gol in Coppa). Pavlovic in difesa è il baluardo: difensore che non si limita a difendere ma rilancia l’azione come un playmaker aggiunto. Questo Milan è un’esplosione controllata: 9 gol segnati in Coppa, un attacco che non perdona.
La Coppa Italia, con queste due serate, si scrolla di dosso l’etichetta di torneo minore e si piazza al centro del villaggio. Empoli-Bologna è la sfida di chi vuole dimostrare che il talento non ha bisogno di riflettori per brillare, Milan-Inter è il duello di chi vive per vincere e non accetta altro. Stasera e domani, il calcio italiano si gioca una fetta di storia, e noi siamo qui, con gli occhi incollati al campo pronti a sottolineare ogni passo falso. Perché, in fondo, tifare è anche questo: credere nei propri e ridere di tutto il resto.
