La Grande Debacle Italiana

Ci sono momenti nella vita in cui il destino sembra divertirsi a tirare calci nei denti, e per il calcio italiano questa settimana di playoff di Champions League è stata un autentico festival dell’autolesionismo. Juventus, Milan e Atalanta, tre nomi che evocano gloria, tradizione e – almeno sulla carta – ambizione, sono usciti di scena con una sequenza di figuracce che farebbe arrossire anche il più sfacciato dei dilettanti. E, ciliegina sulla torta, l’Italia si ritrova sorpassata dalla Spagna nel ranking UEFA, con il sogno della quinta squadra in Champions League che svanisce come un miraggio nel deserto. Ma andiamo con ordine, perché questa tragicommedia merita di essere raccontata.


Juventus: 200 Milioni di Euro per un Viaggio di Andata e Ritorno con il PSV


Cominciamo dalla Juventus, che dopo un mercato estivo da capogiro – oltre 200 milioni di euro spesi per rinforzare una squadra che doveva “tornare grande” – è riuscita nell’impresa di farsi eliminare dal PSV Eindhoven nei playoff. Una squadra olandese, sì, ma non esattamente il Real Madrid. La Vecchia Signora aveva vinto 2-1 all’andata a Torino, dando l’impressione di avere il biglietto per gli ottavi già in tasca. Ma al ritorno, in quel di Eindhoven, è andato in scena il classico harakiri bianconero: un 3-1 dopo i tempi supplementari, con la rete decisiva di Flamingo che ha mandato in frantumi le illusioni di Thiago Motta e soci. Duecento milioni per cosa? Per un viaggio di andata e ritorno in Olanda, con tanto di valigia piena di rimpianti e un’umiliazione che sa di beffa. La Juventus torna a casa con la coda tra le gambe, dimostrando che i soldi non comprano la mentalità vincente – o almeno, non sempre.


Milan: Theo Hernandez, il Regista Involontario di un Disastro Annunciato


Passiamo al Milan, che contro il Feyenoord ha deciso di regalare al mondo un esempio da manuale di come buttare via una qualificazione con le proprie mani. I rossoneri partono forte: gol di Santiago Gimenez dopo appena 37 secondi, dominio assoluto nel primo tempo, e un Feyenoord che sembrava un punching ball. Tutto perfetto, fino a quando Theo Hernandez non decide di trasformarsi nel protagonista di una sceneggiata degna di un Oscar – ma nella categoria “peggior simulazione”. Al 51’, il terzino francese si lancia in area come un tuffatore olimpionico, cercando di strappare un rigore che esisteva solo nella sua immaginazione. Risultato? Secondo giallo, espulsione, e Milan in dieci. Neanche il tempo di riorganizzarsi che Julian Carranza, ex sottovalutato del calcio MLS, piazza un colpo di testa letale al 73’, pareggia i conti e spedisce i rossoneri fuori dalla Champions con un 2-1 complessivo. Hernandez, da leader a sabotatore, ha dimostrato che a volte il talento non basta se manca la testa. E il Milan, che aveva gli ottavi a portata di mano, si ritrova a leccarsi le ferite, con i tifosi che probabilmente stanno ancora urlando improperi al cielo.


Atalanta: La Dea Sconfitta dai Belgi di Bruges


E poi c’è l’Atalanta, la “sorpresa” d’Italia che quest’anno sembra aver perso un po’ di smalto europeo. Contro il Club Brugge, i nerazzurri di Gasperini sono caduti in un doppio ko che non lascia spazio a scuse: 2-1 all’andata in Belgio, 3-1 al ritorno a Bergamo. La Dea, abituata a stupire il continente con il suo calcio spumeggiante, si è inceppata contro una squadra solida ma non certo irresistibile. Jutglà, Nilsson e il giovane Talbi hanno fatto a fettine una difesa che sembrava più un colabrodo che un muro, e l’Atalanta saluta la Champions con un’uscita di scena che sa di occasione sprecata. Gasperini, maestro delle imprese impossibili, questa volta non ha trovato la formula magica, e Bergamo piange un’eliminazione che brucia.


Italia Sorpassata: Addio alla Quinta Squadra in Champions
Le conseguenze di questo disastro collettivo non si limitano all’orgoglio ferito dei tifosi. Con Milan, Juventus e Atalanta fuori dai giochi, l’Italia ha incassato un duro colpo nel ranking UEFA, scivolando dietro la Spagna. Le squadre iberiche, nel frattempo, continuano a macinare punti, e il sogno di avere cinque italiane in Champions League nella prossima stagione si allontana sempre di più. Dopo aver goduto di questo privilegio lo scorso anno grazie alle prestazioni europee di Inter, Fiorentina e compagnia, ora il calcio italiano deve fare i conti con una realtà amara: la Serie A non è più così competitiva a livello continentale. E pensare che basterebbe un po’ di concretezza e meno drammi teatrali per tenere alta la bandiera tricolore.

Una Lezione di Umiltà
Insomma, Juventus, Milan e Atalanta hanno scritto una pagina di storia che vorremmo tutti dimenticare in fretta. Forse è il momento di un esame di coscienza collettivo – o almeno di insegnare a Theo Hernandez che tuffarsi non è uno sport olimpico. Nel frattempo, prepariamoci a un’altra stagione di “quasi”, con la consapevolezza che, in Europa, il nostro calcio ha ancora tanta strada da fare. E magari un po’ meno sceneggiate.

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